Vivere in Barca a vela in Italia e Grecia: il racconto di Lara e Giulio
Vivere in camper non è certo l’unica scelta per chi abbia deciso di abitare in una “casa viaggiante”. Infatti, anche la barca dispone di tutte le caratteristiche adatte a farne una dimora a tutti gli effetti. Da questo punto di vista, potremmo considerare barche e camper come due cugini: entrambi i mezzi permettono di viaggiare in piena autonomia, e di trascorrere a bordo periodi più o meno lunghi della nostra vita. Pertanto, vi propongo oggi l’esperienza di Lara e Giulio: due viaggiatori che vivono ormai da diverso tempo sulla loro barca. Buona lettura!
1) Per iniziare, diteci due parole su di voi!
Sono Lara, ho quasi 45 anni e sono di Padova, dove ho sempre vissuto fino a un anno e mezzo fa. Sono laureata in statistica e ho un dottorato di ricerca in agronomia, anche se ho sempre avuto un debole per lo sport e tutto ciò che lo riguarda. Nella mia vita ho svolto varie attività: prima borsa di studio all'università, poi qualche lavoro nel privato, ma nulla di entusiasmante, fino a lavorare in una erboristeria. Ho sempre svolto lavori provvisori, precari.
Giulio 41 anni, è il velista della situazione. Siciliano, laureato in biologia, naviga da quando aveva tre anni. La vela ce l'ha nel sangue! Ha lavorato come allievo ufficiale sulle navi, ma non amava l'ambiente e quindi ne è venuto fuori e si è iscritto all'università. Una volta laureato, ha lavorato come informatore scientifico del farmaco in Sicilia e già viveva in barca. Per stare con me si è trasferito a Padova vendendo la sua barca. Un anno dopo, l'azienda lo ha licenziato. E così ci siamo trovati a decidere che cosa fare!
2) Come siete giunti alla decisione di voler vivere in barca piuttosto che in casa oppure in camper?
L'idea della barca a vela è stata di Giulio. Io non ero una velista: in tutta la mia vita, avevo trascorso sì e no tre settimane in barca! Giulio, invece, aveva già vissuto in barca, in Sicilia, per ben otto anni prima di venire a Padova. Ovviamente, a noi piace il mare. I costi di una casa sarebbero stato proibitivi, perciò abbiamo pensato alla barca.
3) La barca e il camper sono mezzi utilizzati per vivere a stretto contatto con la natura, ma generalmente si pensa che la barca richieda un investimento di denaro molto maggiore: cosa potete dirci a riguardo?
Per le nostre finanze è stato un investimento importante. Tuttavia, la barca che abbiamo acquistato - scelta più per l'abitabilità che non per le sue prestazioni veliche (comet 11) - ha 33 anni di vita, per cui non è costata molto. In questi tempi di crisi economica, anche i prezzi delle barche sono scesi, e si possono fare buoni affari. La nostra barca è costata 30.000 euro, è una barca solida, di 11 metri, quindi non tanto grande ma sufficiente per due persone. Certo non si può stivare tutto quello che si ha in una casa, ma alla fine ci si abitua al poco spazio. E non costa nessun sacrificio. Non so come ci si regola col camper, ma la barca per ormeggiare ha bisogno di un porto, e i porti sono sempre molto cari. Ultimamente, poi, tutto è stato super regolamentato, non esistono più in Italia banchine comunali, tutto è privatizzato, con la conseguenza di far lievitare ancora di più i costi. Per questo non stiamo in Italia. Sarebbe impossibile.
4) Come vi regolate per l'approvvigionamento di acqua, energia e gas?
Se si è in un marina attrezzato, non c'è alcun problema: paghi e hai tutto! Per produrre corrente, abbiamo un pannello solare e un generatore eolico. Per il gas, ci sono le bombole che si trovano un po' dappertutto. Il vero problema è l'acqua. Quando si raggiunge una meta, il primo pensiero va al rifornimento d'acqua. Se non c'è in banchina, bisogna cercarla, con taniche e bottiglie. Mentre col camper puoi andare a scovare i posti adatti e fare "cambusa" comodamente, con la barca a volte bisogna camminare per chilometri per trovare cibo e acqua! Perciò in barca si impara a dosare l'acqua con parsimonia: si fa attenzione anche quando ci si lava i denti, per non parlare delle docce. Ci si lava un po' meno, ma è più che fattibile.
5) Che effetto fa vivere sempre "in balia delle onde"?
Ecco, questo è molto soggettivo. Per Giulio non c'è alcun problema. Per me qualche volta sì. La mia principale preoccupazione è il vento (che poi genera le onde!). Mi sento indifesa e mi fa paura, anche se ormai mi sono un po' abituata. Perciò, cerchiamo di navigare sempre col bel tempo e di informarci bene sulle condizioni meteo. Certo, il vento e la pioggia sono spesso inconvenienti molto fastidiosi: a volte non si può fare il bucato, oppure diventa difficile cucinare perchè la barca sbanda troppo e non si riesce a strare in piedi.
6) La barca richiede particolari spese di manutenzione?
In barca c'è sempre qualcosa da fare! In genere, provvediamo autonomamente alla manutenzione, soprattutto grazie all'esperienza di Giulio. E' chiaro che un minimo di dimetsichezza con motori, elettricità e idraulica, fa risparmiare tempo e soldi. Per la grande manutenzione, i costi sono più alti. Ad esempio, ogni anno c'è il carenaggio, ossia la verniciatura della parte inferiore della barca con la vernice antivegetativa. Per fare ciò, occorre tirare fuori la barca dal mare: un'operazione piuttosto costosa.
7) Cosa potete dirci delle dimensioni della vostra barca? Lo spazio vivibile è simile a quello di un camper di media dimensione?
Dipende dalla barca. Ce ne sono di enormi! La nostra barca, ad esempio, misura undici metri, dunque credo che offra molto più spazio rispetto a un camper medio. All'inizio, ero preoccupata dal fatto che potesse mancarmi lo spazio. Ma poi ci si abitua: basta non esagerare con gli oggetti a bordo. D'estate, poi, occorrono ben pochi indumenti, visto che si sta sempre in costume o pantaloncini.
8) Da quanto tempo vivete in barca? Per quanto ancora pensate di portare avanti questa vostra scelta di vita?
Siamo in barca da Giugno 2012. Siamo partiti da Grado, in Friuli, e piano piano abbiamo portato la barca a Catania, dove abbiamo trascorso il primo inverno. A maggio 2013 ci siamo trasferiti in Grecia, a Cefalonia. Non saprei dire quanto durerà questa vita: per Giulio è indispensabile, non riesce a vivere diversamente. A me mancano un po' le comodità di una casa, ma riesco comunque a cogliere appieno le meraviglie di questo modo di vivere.
9) Generalmente, in quali porti vi fermate? E quali sono i costi medi per poter accedere e sostare in un porto con la vostra barca?
Durante il viaggio verso Catania ci siamo fermati spesso. Preferivamo non fare lunghe traversate, anche perché abbiamo a bordo un cane. I porti costano molto (in media dai 20 agli 80 euro), e in Italia è diventato impossibile transitare in qualche banchina libera: anche se non hai bisogno di acqua e luce, devi pagare! Qui in Grecia è tutto più libero. Si pagano le banchine comunali (6-8 euro al giorno), ma se vuoi puoi stare ancorato in rada, senza pagare, o trovare qualche banchina libera.
10) Quali luoghi avete visitato durante i vostri viaggi?
Tutta la costa adriatica e la Sicilia. E poi qui in Grecia: Itaca, Lefkada, Megnanisi e Cefalonia.
11) Siete soddisfatti di questa vostra scelta di vita?
Per ora sì. Certo, non è tutto oro quello che brilla, no? C'è sempre qualcosa che non piace fino in fondo...ma questa è la vita. Mi mancano un po' le amicizie rimaste in terra ferma. Ogni tanto torno in Italia e respiro un po' di aria di casa. Per ora va bene così. Navighiamo a vista!
Sono Lara, ho quasi 45 anni e sono di Padova, dove ho sempre vissuto fino a un anno e mezzo fa. Sono laureata in statistica e ho un dottorato di ricerca in agronomia, anche se ho sempre avuto un debole per lo sport e tutto ciò che lo riguarda. Nella mia vita ho svolto varie attività: prima borsa di studio all'università, poi qualche lavoro nel privato, ma nulla di entusiasmante, fino a lavorare in una erboristeria. Ho sempre svolto lavori provvisori, precari.
Giulio 41 anni, è il velista della situazione. Siciliano, laureato in biologia, naviga da quando aveva tre anni. La vela ce l'ha nel sangue! Ha lavorato come allievo ufficiale sulle navi, ma non amava l'ambiente e quindi ne è venuto fuori e si è iscritto all'università. Una volta laureato, ha lavorato come informatore scientifico del farmaco in Sicilia e già viveva in barca. Per stare con me si è trasferito a Padova vendendo la sua barca. Un anno dopo, l'azienda lo ha licenziato. E così ci siamo trovati a decidere che cosa fare!
2) Come siete giunti alla decisione di voler vivere in barca piuttosto che in casa oppure in camper?
L'idea della barca a vela è stata di Giulio. Io non ero una velista: in tutta la mia vita, avevo trascorso sì e no tre settimane in barca! Giulio, invece, aveva già vissuto in barca, in Sicilia, per ben otto anni prima di venire a Padova. Ovviamente, a noi piace il mare. I costi di una casa sarebbero stato proibitivi, perciò abbiamo pensato alla barca.
3) La barca e il camper sono mezzi utilizzati per vivere a stretto contatto con la natura, ma generalmente si pensa che la barca richieda un investimento di denaro molto maggiore: cosa potete dirci a riguardo?
Per le nostre finanze è stato un investimento importante. Tuttavia, la barca che abbiamo acquistato - scelta più per l'abitabilità che non per le sue prestazioni veliche (comet 11) - ha 33 anni di vita, per cui non è costata molto. In questi tempi di crisi economica, anche i prezzi delle barche sono scesi, e si possono fare buoni affari. La nostra barca è costata 30.000 euro, è una barca solida, di 11 metri, quindi non tanto grande ma sufficiente per due persone. Certo non si può stivare tutto quello che si ha in una casa, ma alla fine ci si abitua al poco spazio. E non costa nessun sacrificio. Non so come ci si regola col camper, ma la barca per ormeggiare ha bisogno di un porto, e i porti sono sempre molto cari. Ultimamente, poi, tutto è stato super regolamentato, non esistono più in Italia banchine comunali, tutto è privatizzato, con la conseguenza di far lievitare ancora di più i costi. Per questo non stiamo in Italia. Sarebbe impossibile.
4) Come vi regolate per l'approvvigionamento di acqua, energia e gas?
Se si è in un marina attrezzato, non c'è alcun problema: paghi e hai tutto! Per produrre corrente, abbiamo un pannello solare e un generatore eolico. Per il gas, ci sono le bombole che si trovano un po' dappertutto. Il vero problema è l'acqua. Quando si raggiunge una meta, il primo pensiero va al rifornimento d'acqua. Se non c'è in banchina, bisogna cercarla, con taniche e bottiglie. Mentre col camper puoi andare a scovare i posti adatti e fare "cambusa" comodamente, con la barca a volte bisogna camminare per chilometri per trovare cibo e acqua! Perciò in barca si impara a dosare l'acqua con parsimonia: si fa attenzione anche quando ci si lava i denti, per non parlare delle docce. Ci si lava un po' meno, ma è più che fattibile.
5) Che effetto fa vivere sempre "in balia delle onde"?
Ecco, questo è molto soggettivo. Per Giulio non c'è alcun problema. Per me qualche volta sì. La mia principale preoccupazione è il vento (che poi genera le onde!). Mi sento indifesa e mi fa paura, anche se ormai mi sono un po' abituata. Perciò, cerchiamo di navigare sempre col bel tempo e di informarci bene sulle condizioni meteo. Certo, il vento e la pioggia sono spesso inconvenienti molto fastidiosi: a volte non si può fare il bucato, oppure diventa difficile cucinare perchè la barca sbanda troppo e non si riesce a strare in piedi.
6) La barca richiede particolari spese di manutenzione?
In barca c'è sempre qualcosa da fare! In genere, provvediamo autonomamente alla manutenzione, soprattutto grazie all'esperienza di Giulio. E' chiaro che un minimo di dimetsichezza con motori, elettricità e idraulica, fa risparmiare tempo e soldi. Per la grande manutenzione, i costi sono più alti. Ad esempio, ogni anno c'è il carenaggio, ossia la verniciatura della parte inferiore della barca con la vernice antivegetativa. Per fare ciò, occorre tirare fuori la barca dal mare: un'operazione piuttosto costosa.
7) Cosa potete dirci delle dimensioni della vostra barca? Lo spazio vivibile è simile a quello di un camper di media dimensione?
Dipende dalla barca. Ce ne sono di enormi! La nostra barca, ad esempio, misura undici metri, dunque credo che offra molto più spazio rispetto a un camper medio. All'inizio, ero preoccupata dal fatto che potesse mancarmi lo spazio. Ma poi ci si abitua: basta non esagerare con gli oggetti a bordo. D'estate, poi, occorrono ben pochi indumenti, visto che si sta sempre in costume o pantaloncini.
8) Da quanto tempo vivete in barca? Per quanto ancora pensate di portare avanti questa vostra scelta di vita?
Siamo in barca da Giugno 2012. Siamo partiti da Grado, in Friuli, e piano piano abbiamo portato la barca a Catania, dove abbiamo trascorso il primo inverno. A maggio 2013 ci siamo trasferiti in Grecia, a Cefalonia. Non saprei dire quanto durerà questa vita: per Giulio è indispensabile, non riesce a vivere diversamente. A me mancano un po' le comodità di una casa, ma riesco comunque a cogliere appieno le meraviglie di questo modo di vivere.
9) Generalmente, in quali porti vi fermate? E quali sono i costi medi per poter accedere e sostare in un porto con la vostra barca?
Durante il viaggio verso Catania ci siamo fermati spesso. Preferivamo non fare lunghe traversate, anche perché abbiamo a bordo un cane. I porti costano molto (in media dai 20 agli 80 euro), e in Italia è diventato impossibile transitare in qualche banchina libera: anche se non hai bisogno di acqua e luce, devi pagare! Qui in Grecia è tutto più libero. Si pagano le banchine comunali (6-8 euro al giorno), ma se vuoi puoi stare ancorato in rada, senza pagare, o trovare qualche banchina libera.
10) Quali luoghi avete visitato durante i vostri viaggi?
Tutta la costa adriatica e la Sicilia. E poi qui in Grecia: Itaca, Lefkada, Megnanisi e Cefalonia.
11) Siete soddisfatti di questa vostra scelta di vita?
Per ora sì. Certo, non è tutto oro quello che brilla, no? C'è sempre qualcosa che non piace fino in fondo...ma questa è la vita. Mi mancano un po' le amicizie rimaste in terra ferma. Ogni tanto torno in Italia e respiro un po' di aria di casa. Per ora va bene così. Navighiamo a vista!
Commenti
auguri!
Posta un commento